Diario di un NO TAV nel Cauca

Diario di un NO TAV nel Cauca

Dov’è il Cauca?

In una delle regioni più violente della Colombia vivono oltre 100 mila indios di etnia nasa. Presi tra i due fuochi dell’esercito e della guerriglia, rischiano di essere sopraffatti dalla legge del più forte e di perdere le loro terre ancestrali. Per questo motivo hanno fondato un movimento nonviolento il cui obiettivo è la difesa dell’identità indigena e del diritto alla vita.

Come spiega NASA ACIN (Associazione Nazionale Indigena Nord del Cauca), organo del governo indigeno:
“La Minga di Resistenza Sociale e Comunitaria del SudOccidente Colombiano stá facendo la storia in Colombia. Quando la gente si accorge che stá facendo la storia, sta molto bene. Quando il popolo sa che sta scrivendo la storia, non é interssato alle piccole conquiste.

Per questo, la Minga non viene a negoziare con Uribe.Non andiamo a negoziare nulla! Quello che viene a fare la Minga é smascherare di fornte al mondo la politica di guerra e di terrore che questo governo sta utilizzando contro tutti coloro che reclamano i loro diritti. Stiamo rendendo evidenti i crimini di Uribe e la illegittimitá del suo regimo narco-mafioso e paramilitare”.

Questi in sintesi gli obiettivi:

1 – Difender la vita e i diritti territoriali, politici ambientali ed alimentari;
2 – Rifiutare la illegittimitá e illegalitá di questo governo alleato col paramilitarismo;
3 – Diritti umani conservati e pace per tutti;
4 – Liberare la Madre Terra, dato che fin quando sará sottomessa e distruttua non ci sará futuro per nessuno.

SEGUONO GLI AGGIORNAMENTI E I COMUNICATI

Durante la mia permanente in Cauca sono venuto a conoscenza e ho avuto contatti con il movimento indigeno per la difesa e la riconquista della Madre Terra.In quasi 25 giorni io e i miei compagni di viaggio abbiamo avuto modo di conoscere il modo di vivere e resistere in difesa delle loro terre ancestrali ma abbiamo anche avuto modo di vedere alcune cose poco confortanti.

Il movimento indigeno copre una vastissima parte del territorio del Cauca dove il 98% della popolazione sono appunto indigeni, la loro lotta è improntata sul rispetto della madre terra e sul contrastare le concessioni governative minerarie che vogliono devastare il territorio per estrarre oro e pietre preziose ma anche dal conquistare e rivendicare le terre ancestrali.

Il movimento ha all’interno 2 associazioni: ACIN asociacion de cabildos indigenas del norte del cauca e CRIC consejo regional indigena del cauca. Queste 2 realtà concertano con il governo il possesso, la gestione e la ripresa delle terre andando spesso in contrasto con il volere della popolazione.

Il caso più eclatante e grave esiste con il MOVIMIENTO SIN TIERRA LOS NIETOS DE QUINTIN LAME. Questo movimento si ispira ad EMANUEL QUINTIN LAME, indigeno vissuto dal fine 1800 fino al 1967, personaggio molto carismatico che per primo si oppose ad una logica governativa invitando la popolazione indigena a disubbidire al volere del governo colombiano e, si dice, a costituire un movimento armato in difesa delle famiglie indigene oppresse in modo violento dall’esercito e dalla polizia.

Il movimento oggi conta circa 350 famiglie e sono per lo più ubicate sulle montagne a sud di Santander de Quilichao. Ancora adesso sono accusati di essere dei violenti, dei terroristi e di essere un movimento armato ma avendo vissuto un tempo lungo con loro abbiamo condiviso molto del loro pensare, per tutto il resto tutto il mondo è paese e sappiamo benissimo come funziona la macchina della repressione.

Loro rivendicano la possibilità di avere delle terre per poter coltivare e sopravvivere ma queste terre a loro non sono concesse.

La spaccatura tra ACIN e CRIC nasce dal momento in cui per necessità decidono di occupare delle “finche” (cascine) con terreno annesso di proprietà di grandi latifondisti che le lasciano in stato di abbandono.In 2 casi abbandonarono l’occupazione perché le 2 organizzazioni in accordo con il governo gli promisero delle altre terre, peccato che le terre si trovavano a 400 km da quella zona, quindi in un altra regione fuori dal loro contesto sociale. Nel 1991 decisero di occupare la “finca del nilo” in Caloto e il 16 dicembre 1991 furono attaccati da esercito e paramilitari che aprirono il fuoco e uccisero 20 indigeni tra cui donne e bambini.

Ora quel luogo è un sacrario con le croci dei caduti. Immaginate un immensa distesa di prati verdi ed in cima ad una dolcissima collina i resti di quel che rimane di una cascina disseminata attorno di croci, è stato il momento più emozionante di questa mio tempo in Cauca, sentire la voce dei parenti e dei sopravissuti a quel giorno che ti raccontano l’accaduto. Noi eravamo impietriti ad ascoltare queste persone che in quel momento condividevano un dolore che ancora oggi è molto vivo anche perché non hanno avuto l’appoggio di nessuno, nemmeno del ACIN e del CRIC, il governo non ha mai riparato a quella strage, nascondendola a livello nazionale e internazionale.

Spinta dal Bass Chi siamo…

Spinta dal Bass Chi siamo...

Siamo un gruppo di giovani e non, di diverse estrazioni sociali, totalmente apartitici, abitanti per lo più nella bassa Valle di Susa (Almese -Avigliana – Villardora); cittadini comuni che hanno deciso di muoversi per dar voce e visibilità alla
protesta contro il treno ad alta velocità.

CREDIAMO che oggi più che mai ci sia l’assoluta necessità che le numerose e sparse voci dei NO si uniscano e si trasformino in un coro che si levi in modo capillare da tutta la valle (e oltre sarebbe auspicabile..) perché è proprio questo il momento (alla vigilia di vertici che l’informazione strumentalizzata si appresta a proclamare “definitivi”) di:

  • Non arrendersi alla stanchezza;
  • Non piegarsi alla rassegnazione;
  • Risvegliare tutti dal sonno dell’indifferenza.

Siamo stanchi dei soliti “Tanto lo fanno” e siamo stufi delle saccenti voci che spacciano il mito del “progresso” come causa a cui debbono essere immolate salute, democrazia, ambiente, finanziamenti pubblici, legalità e altro ancora.

NON CREDIAMO sia utopico dissentire ad un’opera che Altri hanno deciso per il Loro profitto e che avrà ricadute negative irrimediabili sulle nostre teste (ricadute che nessuna “Compensazione” potrà ripagare dato che si parla di tumori..!!)

CREDIAMO che tutta la Valle di Susa debba scrollarsi di dosso il pesante fardello di essere una via di transito che da più parti e per le più lucrose occasioni è tirata in causa quale sterile giustificazione allo scempio che se ne vuole fare.

CREDIAMO che davvero la compattezza dei suoi abitanti uniti sul fronte del NO possa alla lunga vincere contro un progetto che non hanno chiesto, su cui non sono stati chiamati ad esprimersi e i cui effettivi riscontri negativi sono l’unica realtà di fronte a un’ “utilità” campata in aria!

CREDIAMO che anche altre  preoccupazioni debbano smuovere le coscienze di chi ancora si crogiola nella neutralità, prime fra tutte lo smantellamento delle locali strutture sanitarie “pubbliche” (basti pensare all’incombente minaccia della chiusura degli ospedali di Avigliana e Giaveno) o all’inquinamento occultato delle acciaierie di valle o allo scempio del territorio per il lucroso affare delle Olimpiadi 2006…Queste motivazioni sono la spinta che ci porta a continuare nel nostro lavoro di informazione e di sensibilizzazione, fiduciosi che ancora dal bass prenda le mosse il nostro futuro.

Il popolo Mapuche e la sua resistenza

Il popolo Mapuche e la sua resistenza

Il popolo Mapuche da millenni abita nelle zone geografiche della Patagonia argentina e dell’Araucania cilena. Il popolo Mapuche si è sempre organizzato basandosi sull’osservazione della natura: così decisero i nostri antenati le norme di convivenza collettiva.

E’ un popolo che ancestralmente ha vissuto e praticato la diversità culturale internamente; tutt’oggi gli spazi territoriali sono considerati identità territoriali, non è un popolo uniformato ma valorizza e pratica politicamente una diversità territoriale interna. Ci sono moltissime identità territoriali che formano il popolo Mapuche: i Pehuelche, i Lafquenche, i Puehlche, i Huluche, sono solo alcuni esempi; la delegazione giunta in Italia fa parte dell’Organizzazione di Comunità Tehuelche.

Oggi stiamo cercando di recuperare i nostri spazi ancestrali ma anche di recuperare la nostra storia, i nostri principi culturali che sono stati nascosti ed oggi sono fonte di ispirazione per questa lotta che continua da più di cinquecento anni.

Come vive oggi il popolo Mapuche ?

Sono più di un milione e quattrocento mila i Mapuche che oggi vivono in argentina ed in Cile: vogliamo sottolineare che non ci consideriamo argentini né Mapuche cileni: gli stati sono prodotto dell’invasione territoriale ed oggi la coscienza di appartenere ad un solo popolo sta emergendo nuovamente.

Possiamo definire la realtà che siamo costretti a vivere come “la terza invasione” del nostro spazio territoriale. La prima fu il tentativo non riuscito della Corona Spagnola di sottometterci: è una storia che non appare nei testi ufficiali, ma i nostri huepifes (storici Mapuche) l’hanno conservata raccontando che per più di tre secoli il popolo Mapuche ha potuto resistere proprio grazie a questa organizzazione orizzontale e molto efficace quando si tratta di resistere.

Una profezia dei nostri padri dice che sarebbero stati gli spagnoli o i winka (termine che definisce tutti coloro che non sono Mapuche) nati in territorio Mapuche che alla fine sarebbero purtroppo riusciti ad assimilare il territorio Mapuche; questo avvenne nel momento della formazione degli stati, sia quello argentino che quello cileno che negarono i diritti territoriali del popolo Mapuche. Nonostante tutto ciò oggi il popolo Mapuche sta vivendo una fase di riorganizzazione, minacciata però dalla terza invasione spinta in questo caso dalle multinazionali o dalle transnazionali. In questo contesto di violenza e resistenza nutriamo la nostra lotta dei nostri stessi principi culturali che formano il kimon (conoscenza), senza rifarci ad ideologie straniere per continuare ad essere quello che eravamo e che vogliamo essere, un popolo libero.

Attualmente la maggioranza del popolo Mapuche è inserito nei settori più emarginati delle grandi città presenti nel territorio della Patagonia come Santiago del Cile o Neuquén in Argentina.

Il popolo Mapuche è presente in misura minore nelle zone rurali anche se si sta manifestando in maniera sempre più forte la necessità di ritornare ai nostri territori ancestrali che sono il contesto più adeguato a ricreare la nostra cultura.

Per molti anni il governo negò l’esistenza sul territorio argentino dei popoli indigeni; l’Argentina era l’unico stato latinoamericano che si vantava di non avere popoli indigeni al suo interno. Nel processo di ricostruzione in atto, quali sono le principali richieste ed il progetto politico del popolo Mapuche?

Di solito le richieste politiche emergono con l’emergere di conflitti, che di solito sono legati alla terra. Questa realtà ci dà la possibilità di rivendicare un progetto del popolo Mapuche che coinvolge tutti gli aspetti della nostra vita. Nei confronti degli stati cileno e argentino chiediamo il riconoscimento di diritti collettivi in quanto popolo. A volte paragrafi o articoli nelle leggi o nelle costituzioni riconoscono in parte questi diritti che però generalmente gli stati continuano a negare. Nonostante ciò il popolo Mapuche esercita il suo diritto all’autodeterminazione e al recupero delle proprie istituzioni; in lungo e in largo del territorio Mapuche si stanno recuperando gli spazi tradizionali di rappresentanza, i parlamenti o assemblee generali attraverso i quali si organizzavano i nostri avi. In questo modo sui ricreano spazi di discussione e di elaborazione di idee in tutti gli aspetti, tanto nella resistenza economica come nella discussione di come continuare a ricreare la nostra cultura. Questo è particolarmente complesso in stati, tanto in quello cileno come in quello argentino, dove la cultura dominante è quella occidentale; dobbiamo affrontare grandi limitazioni per conservare i nostri modi di vita. Ad esempio per quanto riguarda l’educazione abbiamo una grande responsabilità nei confronti delle generazioni future che dovranno conservare le conoscenze del nostro popolo.

Ci sono altre lotte delle popolazioni indigene in Argentina?

L’emergere delle popolazioni indigene, con le loro richieste specifiche, è un fenomeno che smaschera la politica dello stato argentino il quale fino a poco tempo fa si vantava di essere l’Europa d’America; arrivando a Buenos Aires la prima impressione era quella di stare in una città europea. Ma non poterono occultare per molto tempo una realtà, quella dei popoli indigeni, che con molta convinzione porta avanti una lotta anche se riconosce trattarsi di una lotta estremamente diseguale. Purtroppo oggi alcune popolazioni native sono completamente scomparse, ma nonostante questo l’emergere del popolo Mapuche ed il processo di ricostruzione che lo caratterizza attualmente è analogo a quello di altre culture, come gli Hueché, i Toa, i Guaranì, e molti altri.

Questo sta causando una grande preoccupazione al governo argentino; non una preoccupazione per come rispondere alle nostre richieste, quanto per come continuare a nascondere, reprimere la volontà dei popoli originari di esercitare i propri diritti in piena libertà.

VICTOR ANCALAF LLAUPE

Victor Ancalaf è “werken” (messaggero) della Comunità Choin Lafkenche, che si trova nel settore di San Jorge, a 12 Km dalla città di Collipulli, zona agricola e forestale della provincia di Malleco, IX Regione dell’Araucania, al Sud del Cile, della quale Temuco è il capoluogo.

Padre di cinque figli, 45 anni, Ancalaf divenne un riconosciuto leader mapuche quando nel 1998 diede origine, insieme ad altri dirigenti, all’ organizzazione mapuche Coordinamento delle Comunità in Conflitto Arauco – Malleco (CAM), nella quale svolse durante due anni il ruolo di portavoce pubblico.

Egli è inoltre politico e “lonko” (capo tradizionale) e rappresentante della lotta del popolo Mapuche per l’ autodeterminazione, contro il neoliberalismo e contro le multinazionali.

Fu arrestato nel novembre del 2002 nella città di Temuco, mentre si recava ad una riunione mapuche in Manquehue, dove poi sarebbe nato il Coordinamento di Organizzazioni e Identità Territoriali Mapuche.

Trascorre 5 anni in carcere a Concepción, capitale della VIII Regione, detta anche Regione del Bio Bio come prigioniero politico, dal 2002 al 2007.

IL CONTESTO

Bio Bio*, La VIII regione del Cile prende il nome dal Bio Bio, fiume che segna il limite fra le due regioni sopra citate, ha anche una grande importanza in quanto è un luogo storico. Si tratta infatti della frontiera naturale e politica fra il territorio mapuche e l’ impero spagnolo prima, e tra l’esercito cileno e la neo repubblica cilena poi. Ci sono dei trattati firmati fra le parti, datati 1641 che mostrano i confini del territorio che occupava il popolo mapuche.

Victor Ancalaf, fu condannato a 5 anni e un giorno per il caso noto come “attentato d’incendio terrorista”, con l’ applicazione di questa aberrante legge, ereditata dalla dittatura militare, nel contesto del conflitto per la costruzione di una centrale idroelettrica Ralco nell’ Alto del Bio Bio da parte della multinazionale “ENDESA”.

A questo si aggiungono accuse, processi e persecuzioni da parte dell’impresa Forestale Mininco, e successivamente una assurda accusa di “intento di sequestro” verso una personalità del potere giudiziario. Tutto queste accuse sono quanto sia lo stato cileno, che le imprese private hanno contestato a questo importante leader e dirigente Mapuche di Collipulli, figura emblematica delle lotte e delle rivendicazioni collettive per la difesa e il recupero del territorio.

Victor è stato accusato di delitti contro l’ordine pubblico e danni alla proprietà privata diverse volte, senza che ci fossero prove contro di lui.

CASO ANCALAF ALL’ ORGANIZZAZIONE STATI AMERICANI (OSA)

Mentre l’ ex ministro degli Interni José Miguel Insulza assumeva l’incarico di Segretario Generale dell’ OSA, le organizzazioni del popolo Mapuche contemporaneamente accusavano lo stato cileno di violazione dei diritti umani del dirigente Víctor Ancalaf presso questa organizzazione internazionale. Uno degli obiettivi della denuncia era ottenere l’ammissione dell’onestà del dirigente e mettere fine all’ applicazione delle leggi antiterroriste contro il movimento mapuche.

Per il caso ENDESA-RALCO, Ancalaf è stato accusato di avere commesso attacchi incendiari a macchinari utilizzati per i lavori nella costruzione della Centrale Idro-elettrica Ralco, i giorni 29 settembre del 2001 e il 3 e 17 marzo del 2002.

La denuncia all’ OSA è stata presentata con un ampio appoggio mapuche rappresentato da 71 dirigenti di diverse organizzazioni e Identità Territoriali da Santiago a Chiloè, che appoggiarono la decisione d’ ingresso alla CIDH (Commissione Interamericana dei Diritti Umani).

http://www.cidh.oas.org/annualrep/2007sp/Chile.58105sp.htm

Dopo il carcere, con assoluta fermezza e dignità Victor sta riprendendo la sua libertà e le sue attività, con la sua famiglia, la sua Comunità, il suo Coordinamento e il suo Popolo.
Oggi, è un testimone della vita politica mapuche e cilena, sta compiendo un giro di incontri e di conferenze per sollecitare l’ attenzione e la solidarietà sulla situazione del popolo Mapuche, popolo originario della Patagonia.

Foto Cantieri

Foto Cantieri

Le immagini sono state prese da siti internet sulle linee ad alta velocità. Per chi volesse vedere altre foto e/o il video dei cantieri e delle devastazioni dell’alta velocità il sito internet è quello della società TAV s.p.a. (“la compagnia del cemento e tondino”) consultate:

  • PER LE IMMAGINI il menù centrale alla voce “Galleria multimediale”
  • PER IL VIDEO il menù in alto a destra alla voce “Guarda a che punto sono i lavori

Voglio farvi vedere che fine fanno i famosi nastri trasportatori che LTF sbandiera in tutti i suoi progetti. Le fotografie sono state scattate il 19 settembre 2006.

Alla discenderia di Modane (quella che doveva essere il fiore all’occhiello di LTF, quella che doveva servire a fare da vetrina per i giornalisti e per gli scettici riguardo all’opera) erano stati installati due nastri trasportatori (poche centinaia di metri) che servivano, il primo, a portare lo smarino dallo sbocco della galleria fino ad un punto di vagliatura e betonaggio, il secondo ad attraversare il fiume Arc e a stoccare l’eccedenza di smarino sull’altra sponda del fiume evitando così che i camion entrassero in mezzo alle case di Modane per attraversare il ponte.

Tutto bene sulla carta dei depliants patinati di LTF, meno bene nella realtà. Con al ripresa dei lavori dopo l’anno e mezzo di interruzione con il nuovo appalto, misteriosamente i nastri trasportatori prima sono andati fuori uso, poi sono addirittura stati in parte smantellati e lo smarino viene movimentato tutto con i camion! Con grandissima incazzatura dei cittadini costretti a mangiare polvere a sopportare il rumore dei camion e rischiando, tutte le volte che incrociano un mezzo di cantiere, la fiancata della macchina. Per inciso il movimento terra è il maggior affare della criminalità organizzata nei cantieri delle grandi opere.

Questi disguidi sono stati evidenziati da numerosi cittadini di Modane e di Bourget il 4 maggio 2006 a Lanslebourg nella famosa serata in cui LTF incontrava i cittadini della Maurienne. Il direttore francese di LTF, Richard, a muso duro a chi parlava di inadempienze ha risposto che LTF per spostare lo smarino usa i mezzi che vuole e non quello che è stato scritto nel progetto, perché quello che è progettato non è vincolante.

Cappitto mi hai ? Non facciamoci prendere per i fondelli. Ricordiamoci qualunque cosa scrivano sui progetti delle grandi opere per mitigare, per non disturbare, per lavorare bene non vale neanche il prezzo della carta su cui è scritto.

Meditiamo, cittadini e amministratori, meditiamo e alla fine ricordiamoci: ora e sempre NO TAV.

Alberto

Amianto e Uranio in Valle di Susa

Amianto e Uranio in Valle di Susa

Che sotto il Musinè ci fosse una vena amiantifera che arriva da Balangero era risaputo da tutti, ma adesso ci sono gli studi dell’Università di Siena a dimostrare scientificamente che non erano solo dicerie, mentre sotto il Moncenisio l’uranio c’è tanto che la Francia per diversi anni lo ha estratto.

Se non volessimo parlare di uranio e amianto potremmo pensare alle numerose falde acquifere che  come accaduto nella zona del Mugello, interessata anch’essa dall’alta velocità, sono scomparse lasciando numerosi comuni completamente a secco…

Di seguito riportiamo i vari documenti che spiegano l’ecatombe che deriverebbe nello scavare gallerie come le gallerie del TAV (Treno Alta Velocità) e degli ulteriori rischi durante la fase di spostamento e stoccaggio del materiale di scavo (lo smarino) velenoso per la popolazione Valsusina e, dato il forte vento che spira in valle, non solo a questa.

I DOCUMENTI SONO DAL MENO RECENTE AL PIU’ RECENTE

Il rapporto del dottor Gays medico oncologo del San Luigi. (Scarica documento)

Le quantità di amianto estratte dalle gallerie. (Scarica documento)

Estratto dal progetto preliminare RFI con dati sui materiali nocivi. (Scarica documento)

Il rapporto del meteorologo Luca Mercalli. (Scarica documento)

Lo studio dell’Università di Siena. (Scarica documento)

Articolo de “La Stampa” e di “Repubblica”.

Un articolo di Luna Nuova sul rischi uranio. (Scarica documento)

La procura fiorentina chiede il rinvio a giudizio per la scomparsa dei corsi d’acqua nel Mugello. (Scarica comunicato)

Di TAV si muore, la notizia ci arriva dal comitato di Torino (Scarica comunicato stampa)

L’amianto ucciderà migliaia di persone… di mesotelioma (Scarica comunicato stampa)

I 16 MILIONI DI METRI CUBI di materiale di risulta da stoccare in Valle di Susa. I siti di stoccaggio, le quantità per sito, il numero di camion viaggianti per ogni sito. L’aggiornamento con gli ultimi dati mandatoci dall’associazione Habitat onlus (Scarica documento)

Lo studio dei fattori di rischio dell’amianto eseguito dal Professr Magnani (Scarica documento)

Libri

Libri

Canto per la nostra valle di Chiara Sasso Diario fra qualità della vita e prepotenza della velocitàEdizione Morra Condove Marzo 2002 Prezzo di copertina: € 15Dedicato alla Val Susa, terra natia dell’autrice, contiene anche un significativo approfondimento della vicenda Alta Velocità in chiave locale.
Le mucche non mangiano cemento di Chiara Sasso e Luca Mercalli Viaggio tra gli ultimi pastori di Valsusa e l’avanzata del calcestruzzo Edizioni SMS Torino Gennaio 2004 Prezzo di copertina: € 29 Il mondo degli alpeggi è oggi uno strano connubio tra i ritmi lenti ed essenziali di un tempo remoto, dai tratti quasi medievali, e le pressioni della tecnologia e dell’economia moderne, prive di limiti apparenti. Entrambe queste culture hanno qualcosa da imparare l’una dall’altra, ma il messaggio di fondo che ci giunge dai pascoli d’alta quota è il rispetto dei limiti imposti dall’ambiente.

La crescita infinita dei consumi, è un mito pericoloso, non consentito dalle leggi della termodinamica. Il mondo sostenibile va a bassa velocità. Contiene pensieri di Beppe Corti (Università Politecnica delle Marche), Ermanno Zanini (Università di Torino), Giovanni Badino (Università di Torino e La Venta), Claudio Cancelli (Politecnico di Torino), Remo Castagneri (ASL 5 Torino), Mario Cavargna (Pro Natura Torino), Franco Del Moro (Ellin Selae, Murazzano), Carlo Gottero (Coldiretti Torino), e fotografie di Luca Giunti (Parco Orsiera-Rocciavrè) (Societa’ Meteorologica Subalpina, 2004).

Adesso o mai più di Oscar Margaira .IN VENDITA Edizioni del Graffio Borgone di Susa Maggio 2005 Prezzo di copertina: € 10,00 Diario della formazione di una coscienza ambientalista e di un impegno civile contro il progetto di Alta Velocità Ferroviaria in Valle di Susa. Libro scorrevole e di facile lettura per chi si avvicina alla questione NO TAV. Disponibili, da scaricare gratuitamente, 6 capitoli integrativi.
Facce NO TAV Autori Vari, scritti di Chiara Sasso L’opposizione popolare raccontata in 250 scatti IN VENDITA Edizioni Melli Borgone di Susa Dicembre 2005 Prezzo di copertina: € 17 I volti del popolo No Tav fermati dall’obiettivo e raccolti in un libro. Sfogliandone le pagine, si legge la storia della resistenza valsusina in queste «facce da presidio», come le chiama Chiara Sasso, che ha curato il volume. Ci sono i presidi, gli striscioni, i trattori con le bandiere No Tav bianche e rosse, mamme e bambini in bicicletta, gli slogan [«Al ponte del Seghino non passa il celerino. Se arriva con l’affanno, picchetta con l’inganno»], le braciolate, e una serie di ritratti delle «truppe speciali anti-Tav» che indossano scolapasta di plastica con coroncine di fiori al posto degli elmetti per combattere contro le trivelle, a Bruzolo, a Borgone, a Venaus, a Mompantero, in tutta la valle.

Nonostante la faccenda sia seria, la minaccia dell’uranio e dell’amianto e del disastro ambientale, quello che colpisce sono i volti sorridenti del popolo No Tav. Il perché lo spiega bene una delle tante mail raccolte, che dice: «Stesse sensazioni di quando mi innamoravo follemente di qualcuno, solo che stavolta sono davvero in troppi… l’età dovrebbe insegnare la moderazione ed invece davanti a questo delirio di valle è come aver fatto un bagno nella fontana dell’eterna giovinezza. Incredibile». Chi è stato il 16 novembre in Val di Susa avrà avuto un altro assaggio dell’energia No Tav che percorre la valle, «Perché c’è tutto: c’è l’amore per la vita. C’è la rabbia per una valle sempre più contaminata, sfregiata. C’è la fratellanza con persone che non conosci e camminano con te nella notte».

Un’estate speciale di Maria Chirio Edizioni Melli Borgone di Susa Dicembre 2005
NO TAV. Cronache di una valle incazzata di Jacopo Giliberto Eugenio Giudice Edizioni Neos-Tipolito Subalpina Cascinevica Dicembre 2005 Prezzo di copertina: € 10
Asterix e la battaglia di Venaus (fumetti) Edizioni Associazione Michael Gaismair Vipiteno Gennaio 2006
Le 100 ragioni contro il TAV di Mario Cavargna Edizioni il Graffio Borgone di Susa Gennaio 2006
NO TAV Cronache dalla Val di Susa di Chiara Sasso . IN VENDITA Edizioni Carta Intra Moenia Gennaio 2006 Prezzo di copertina: € 10,65 Se vi siete chiesti come mai i grandi media abbiano parlato della Val di Susa come di un problema di ordine pubblico, di un rigurgito di egoismo locale, di chiusura e ignoranza di montanari estranei alla modernità e vi è venuto il sospetto che queste spiegazioni sono per lo meno inadeguate, allora questo libro fa al caso vostro. E’ la cronaca di una battaglia che ha preso avvio nei primi anni novanta e che in queste ultime settimane ha conosciuto un forte rilievo nazionale. Un diario che permette di capire e di conoscere a fondo il perché di una lotta in cui non sono in gioco gli interessi della sola comunità della Val di Susa ma un patrimonio di valori ambientali, economici e sociali che coinvolgono l’intero Paese.
L’autunno contro Autori Vari Cronache e immagini per non dimenticare Edizioni Luna nuova Avigliana Gennaio 2006 Prezzo di copertina: € 10
Asterix e la tregua Olimpica (fumetti) Edizioni NO TAV Febbraio 2006
Tav in Valle di Susa di Marco Cedolin un buio tunnel nella Democrazia IN VENDITA . Edizioni Arianna Editrice Febbraio 2006 Prezzo di copertina: € 10,50 . In questo libro si analizzano i progetti, i costi e i benefici della costruzione delle linee ferroviarie per i treni ad Alta Velocità/Capacità, una serie di opere faraoniche che l’autore dimostrerà essere inutili dal punto di vista economico, ecologico e strategico. Opere per sostenere le quali la collettività sarà costretta a pagare oltre 2 miliardi di euro ogni anno almeno fino al 2040, impegnando in questo modo i nostri figli e nipoti ad una serie di sacrifici che con tutta probabilità non saranno in grado di sostenere.

Sarà analizzato, in ogni sua specificità, il progetto della linea ad Alta Velocità/Capacità Torino – Lione e si parlerà della lotta contro la TAV portata avanti dagli abitanti della Valle di Susa, cittadini che stanno riscoprendo come lo Stato sia composto da tutti noi e non debba mai somigliare ad un’entità astratta che si muove sopra le nostre teste,decidendo il nostro futuro senza prima averci neppure interpellati. Cittadini che sono riusciti a mettere in crisi l’intero sistema politico italiano con la sola forza dell’esercizio del libero pensiero. Osserveremo i mass media, asserviti ai grandi poteri politici e finanziari, plasmare la realtà a loro piacimento nel tentativo di creare necessità e bisogni fittizi che siano funzionali al perseguimento degli interessi superiori.

Entreremo nel merito di come la democrazia rappresentativa sia riuscita a fondere insieme politica, finanza e grande imprenditoria, fino a creare un mostro che fagocita senza pietà tutto ciò che incontra sulla propria strada. Prenderemo consapevolezza di come la democrazia partecipata e le Municipalità siano l’unica risposta funzionale ad un nuovo modello di sviluppo che tenga conto dell’esigenza imprescindibile di riscoprire valori quali la qualità della vita e l’armonizzazione del rapporto dell’uomo con il proprio territorio.

NO TAV la valle che resiste a cura del Centro Sociale Askatasuna e del Comitato di lotta popolare Velleità Alternative autoproduzioni IN VENDITA Torino Febbraio 2006Prezzo di copertina: € 10
Travolti dall’alta voracità a cura di Claudio Cancelli, Giuseppe Sergi, Massimo Zucchetti . Edizioni OdradekRomaMarzo 2006 Prezzo di copertina: € 16,00.Un libro in cui non si motiva l’opposizione al progetto Tav in Val di Susa con argomentazioni “ecologiche”. Sono presenti anche queste, naturalmente, ma sono soltanto un corollario secondario, un “di più” in fondo quasi marginale. Qui si ricostruiscono con dovizia di dettagli sia l’architettura finanziaria del modello Tav che la sua assurdità industriale.

Economisti, ingegneri, docenti di impiantistica, chimici e analisti degli appalti pubblici, fanno a gara nel vivisezionare un progetto che affonda le sue ragioni unicamente nell’insaziabile sete di “guadagno senza rischio” di una serie circoscritta di aziende con agganci storici nelle alte sfere della politica e dei ministeri. Fino all’incredibile esempio del ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi, che con la mano pubblica firma i contratti proposti dalla sua mano privata (la Rocksoil e collegate) e poi, a voce, chiama la forza pubblica per sgomberare i picchetti che bloccano l’avvio dei lavori. Ne viene fuori un disvelamento pieno del “modello Tav” come spreco faraonico di denaro pubblico per i decenni a venire, per opere che mai potranno avere una proporzionale “profittabilità” economica e neanche una vera “utilità pubblica”.

A cominciare dalla più grande delle menzogne: nel “modello Tav”, legalizzato dalla “legge obiettivo”, non concorre un solo euro di investimenti privati. Tutti i vantaggi sono assicurati ai “general contractors”, mentre tutti i rischi – la copertura dei costi crescenti e dell’indebitamento con le banche – è a carico del debito pubblico. Un modello che ha avuto critici di altissimo livello quasi immediatamente scomparsi dalla scena pubblica, come l’ex ministro Franco Reviglio (che lo definì “un motore da fuoriserie montato su una utilitaria”) e il manager di Stato Mario Schimberni (che usò una metafora analoga: “se uno ha una cinquecento che non funziona, non può pensare di risolvere il problema comprandosi una Ferrari”).

Un modello avviato dall’ex ministro craxiano Claudio Signorile, perfezionato da Paolo Cirino Pomicino, portato a legalità forzosa da Silvio Berlusconi. Ma che non è mai stato messo in discussione dal centrosinistra, con la lodevole eccezione dell’ex ministro Claudio Burlando. Ne viene fuori un quadro in cui l’opposizione dei cittadini della Valsusa non ha nulla del localismo egoistico tipico della “sindrome Nimby” (not in my backyard), ma pone al contrario il problema di come interrompere una spirale di spesa crescente che peserà sulle future amministrazioni dello stato, ma soprattutto sulle generazioni a venire. Un’opposizione, perciò, di altissimo valore civile, che si muove nell’interesse generale del paese, oltre che in quello della comunità territoriale. Questa è dunque un’opera indispensabile per chiunque voglia capire quali nuove strade percorra la “tangentopoli” del terzo millennio, ma anche la natura profondamente e radicalmente politica – nel senso più alto del termine – di ogni opposizione a questa follia. Un libro che viene interamente dal mondo scientifico e della ricerca. Pesante come un macigno. Un libro contundente.

Tav: i perchè del NO di Virgilio Bettini Edizioni UTET Marzo 2006 Prezzo di copertina: € 9,00 La popolazione della Val di Susa ha suggerito a politici refrattari e retorici, ad universitari chiusi nel loro sacro ed in parte dissacrato recinto, ad amministratori opportunisti, che la sostenibilità di una grande opera infrastrutturale può essere solo equilibrio, non scompenso, tra ecologia, economia e società. Gli abitanti della Val di Susa pongono all’intera Europa, ed al nostro paese in particolare, un problema non irrilevante che non può essere affrontato se non in termini politici specifici: il problema di un territorio abitato da millenni, come le valli alpine, che oggi rischia di essere trasformato da un complesso fenomeno di urbanizzazione ed infrastrutturazione, mentre gli spazi residui, sottratti alla naturale configurazione, si trasformano in parco di divertimento temporaneo o stabile.

Non scompariranno certo le vette, ma quello che presto potrebbe scomparire è la specifica organizzazione alpina dell’economia, della cultura e dell’ambiente, come si era storicamente configurata, stravolta da uno sfruttamento intensivo delle aree turistiche più ricche, da un’infrastrutturazione implacabile.

Dove sono le ragioni del si? di Antonio G. Calafati La “Tav in Val di Susa” nella società della conoscenza IN VENDITA. Edizioni SEBTorinoMarzo 2006 Prezzo di copertina: € 10,00Un’attenta critica al sistema di informazione in Italia. Cercare, insieme agli studenti di un corso di “Analisi delle Politiche Pubbliche”, le ragioni del sì alla Tav in Val di Susa nei principali quotidiani italiani, certi di trovarle.

Magari solo delineate, abbozzate, con le approssimazioni che la comunicazione giornalistica non può evitare. Cercarle leggendo, con attenzione, editoriali e corsivi, interviste e cronache. Cercarle con determinazione, ma non trovare niente, niente che assomigli a una ragione, a una argomentazione razionale. Accorgersi, prima sorpresi e poi sconcertati, dell’incapacità di giornalisti e politici di organizzare un pensiero sul tema della Tav in Val di Susa che abbia un significato, una logica, un senso.

Accorgersi di come giornalisti e politici siano, tuttavia, a favore dell’opera – risolutamente, ostinatamente, inspiegabilmente. Iniziare cercando le ragioni del sì alla Tav in Val di Susa e terminare riflettendo, sconfortati, su che cosa possa essere accaduto ai nostri maggiori quotidiani. Giungere a pensare che, forse, il declino italiano nasce da qui, da questa incapacità del giornalismo italiano di fornire un resoconto attendibile, pertinente e fondato, degli effetti delle politiche pubbliche. Un giornalismo che ci impedisce di pensare collettivamente.

Agricoltura e ipotesi di sviluppo sostenibile in Val Susa di Marcello Striano Edizioni Melli Borgone di Susa Marzo 2006 Prezzo di copertina: € 15Marcello Striano, nato a Torino il 25 maggio 1976, svolge la professione di agronomo in Valle di Susa, si occupa di agricoltura di montagna e rivalutazione dei prodotti agricoli montani.Non sono le autostrade, l’alta velocità o capacità che sia, i capannoni a garantire sviluppo e crescita economica, ma un uso equo e consapevole delle risorse naturali che normalmente sono presenti nel territorio. Chi predica a favore delle infrastrutture e dell’industria, lo fa solo perché lui stesso è vittima di una politica fallimentare iniziata in passato e che adesso non ha via di uscita se non si attuerà una forte inversione di tendenza, con alti costi che essa comporterebbe. Non conviene infatti, nel breve periodo, attuare dei cambiamenti di politica economica, poiché per chi la controlla attualmente, i costi sono molto elevati.
TAV in Val di Susa: le ragioni di una lotta di Giovanni Guastini Edizioni Massari e centro di documentazione di Pistoia Bolsena Viterbo Aprile 2006 Prezzo di copertina: € 8Per chi non partecipa alla lotta in Val di Susa ci sono tutte le informazioni (dalla storia della vicenda alle analisi di impatto ambientale, dalle questioni sanitarie alla cronistoria delle lotte). L’autore ha seguito personalmente la vicenda e in più ha un’esperienza come storico (sue pubblicazioni presso il Centro di documentazione di Pistoia, con cui questo libro viene fatto in coedizione). In appendice alcuni testi di giornalisti o personalità coinvolte, compreso uno “storico” appello alle forze di polizia.
Una bella storia di Oscar Margaira . Edizioni del Graffio Borgone di Susa Maggio 2006 Prezzo di copertina: € 10,00 “Volevano fare in fretta, ma non potevano riuscirci. Più passava il tempo più noi capivamo…” La lotta al Tav degli abitanti della Valle di Susa, dal marzo 2005 al gennaio 2006.
L’ABC dei NO TAV del Gruppo consiliare Verdi di Torino Torino Giugno 2006
La bandiera NO TAV nel mondo Autori Vari introduzione di Chiara Sasso Libro fotograficoEdizioni Melli – Quaderni Sarà Dura Borgone di Susa 2006
La meta è il viaggio di Fulvia Masera La marcia verso Roma dal cuore di una donnaEdizioni Melli – Quaderni Sarà Dura Borgone di Susa 2006
Sensibilità unificate per un futuro vivibile a cura di Daniela Baldo Edzioni Melli – Quaderni Sarà Dura Borgone di Susa 2006 Ben 250 artisti provenienti da tutta Italia uniscono le loro tele a formare uno striscione artistico da guinnes dei primati. Libro fotografico a cura di Daniela Baldo e “Centro Promozione Arte e Arti” di Bussoleno, con la collaborazione del Movimento No TAV di Rivera
Presidiare la democrazia realizzare la Costituzione Autori vari Edizioni Melli – Quaderni Sarà Dura Borgone di Susa 2006 Prezzo di copertina: € 5 Atti del seminario itinerante sulla difesa della Costituzione 12-13-14 dicembre 2005 Bardonecchia, Susa, Bussoleno, Condove. Quaderni dei presidi.
Mutuo soccorso di Chiara Sasso e Claudio Giorno La Val di Susa si moltiplica: diario di due anniEdizioni Carta Intra Moenia Napoli Gennaio 2008 Prezzo di copertina: € 10Un racconto, un diario, su un fenomeno sociale e politico inedito. Dall’aggressione poliziesca a Venaus, alla fine del 2005, al 2007, il movimento valsusino contro l’Alta velocità ha proliferato in tutto il paese, stimolando l’insorgenza cittadina in centinaia di città.

Sono, come dice Tonino Perna, “i partigiani del XXI secolo”, quelli che difendono la terra e la società da uno “sviluppo” distruttivo, e che reclamano e sperimentano una democrazia sostanziale. Oggi si può dire “Tav Santo Subito” per le infinite possibilità di incontri e iniziative che si sono sviluppate. Oggi comitati e movimenti sono riuniti nel Patto di mutuo soccorso.

Le ragioni del no di Donatella della Porta e Gianni Piazza Le campagne contro la TAV in Val di Susa e il Ponte sullo StrettoEdizioni Feltrinelli Università di Firenze e Catania 2008 Prezzo di copertina: € 10Quelli contro la costruzione della TAV in Val di Susa e del Ponte sullo Stretto di Messina sono due casi assai significativi delle mobilitazioni contro la realizzazione di grandi infrastrutture che, in tempi recenti, sono diventate ben visibili e molto discusse in Italia e in Europa.

Gli abitanti mobilitati in comitati e associazioni, insieme a centri sociali e gruppi ambientalisti, presentano la propria azione come una difesa di beni comuni e principi dal valore universale. Non si limitano semplicemente a dire no, ma elaborano anche proposte alternative basate su un diverso modello di sviluppo, promuovendo forme di partecipazione politica diretta e dal basso. Definiti spesso come localisti, questi gruppi costruiscono al contrario reti nazionali e sovranazionali, utilizzando forme di protesta dirompenti e canali politici istituzionali, diventando essi stessi attori politici con cui i governi locali, nazionali e sovranazionali devono sempre più fare i conti.

. Altre pubblicazioni
Corruzione ad Alta Velocità di F.Imposimato, G.Pisauro, S.Provvisionato Viaggio nel governo invisibile Koinè nuove edizioni Prezzo di copertina: € 14,46 Cronaca di un grande scandalo: le manovre intorno all’Alta Velocità. Tutte le società e i nomi degli imprenditori, pubblici e privati, implicati nella più grande inchiesta giudiziaria dopo tangentopoli.
Le grandi opere del Cavaliere di Ivan Cicconi Koinè nuove edizioni 2005 Prezzo di copertina: € 15,00 Silvio Berlusconi, in una nota trasmissione televisiva, di un noto conduttore, disegnava su apposite cartine le grandi opere che si impegnava a realizzare. Nella stessa trasmissione, il Cavaliere presentava agli italiani il garante di questo impegno: l’ingegnere Pietro Lunardi.

Nel suo breve intervento, per rendere credibile la promessa, il futuro Ministro coniò la locuzione magica per garantire risorse finanziarie e certezza della realizzazione: “Adotteremo – disse – ‘il modello TAV’”. Molti pensarono che la promessa del Cavaliere fosse solo propaganda. L’impegno assunto, invece, grazie all’adozione del modello TAV, è stato mantenuto. Il libro racconta la storia di questo modello, chi lo ha inventato veramente, che cosa effettivamente sia, come funziona e quali saranno gli effetti della sua adozione nella realizzazione di quelle opere disegnate in quella lavagna, in quella famosa trasmissione, di quel noto conduttore.

Il libro nero delle olimpiadi di Torino 2006 di Stefano Bertone e Luca de Giorgis Fratelli Frilli editori 2006 Prezzo di copertina: € 17,50Il libro analizza la macchina organizzativa vista come un moloc che divora 3 miliardi di euro travolgendo interessi di ogni genere: preziose aree naturali invase da costosi ed inutili impianti sportivi; diritti di manifestazione e di critica impediti espressamente dalla ‘costituzione” del C.I.O. Gli autori: Stefano Bertone, avvocato, vive e lavora a Torino. Luca Degiorgis, laureato in ingegneria meccanica, vive e lavora a Torino. Si occupa da anni di problemi di risparmio energetico e di sistemi di sfruttamento delle energie rinnovabili. Entrambi sono fondatori del Comitato Nolimpiadi.
Alta velocità. Valutazione economica, tecnologica e ambientale del progetto di Virgilio Bettini e Claudio Cancelli Edizioni CUEN – Ecologia 1997
La storia del futuro di tangentopoli di Ivan Cicconi Edizioni DEI – Tipografia del Genio Civile Prezzo di copertina: € 14,46″Quando ho scritto La storia del futuro di Tangentopoli non immaginavo che il “modello Tav” potesse diventare legge dello Stato”. Ivan Cicconi è un esperto di lavori pubblici, laureato in ingegneria, direttore generale di NuovaQuasco, un’importante società di ricerca sulla qualità degli appalti, è stato capo della segreteria tecnica dell’ultimo ministro dei Lavori pubblici, Nerio Nesi, nonché docente a contratto alla Sapienza di Roma e al Politecnico di Torino.

Nel ’98 ha scritto un importante libro sul sistema delle tangenti nell’edilizia, indicando nei progetti per l’Alta velocità ferroviaria il futuro di Tangentopoli. Ma senza Mani pulite. Senza, cioè, la possibilità che la giustizia possa farci nulla. La chiave di volta veniva individuata in due nuove “figure” del mercato nostrano degli appalti pubblici, due figure importate dagli Usa e dal mondo anglosassone e “adattate” al caso italiano: il “general contractor” e il “project financing”. Un binomio devastante per le casse pubbliche e per il Paese. Un binomio che consente al governo Berlusconi di perpetrare “una truffa ai danni dei nostri figli, nipoti e pronipoti”

Obiettivo decrescita di Mauro Bonaiuti Edizioni EMI Bologna 2005 Prezzo di copertina: € 10Anche in questa seconda edizione è stata mantenuta la divisione tra una prima parte, dedicata alle “ragioni” della decrescita, e una seconda dedicata ai “cantieri” della decrescita. Questo non certo per sottolineare la separazione tra teoria e prassi, quanto piuttosto per sottolineare il rilievo, a fianco delle riflessioni economiche, ecologiche, politiche, antropo-sociali e psicologiche, delle pratiche già in corso. Il dialogo tra teoria e pratiche deve proseguire e farsi più stretto, affinché l’orizzonte interpretativo proposto possa ambire ad accogliere al proprio interno il maggior numero di esperienze possibili nell’ambito delle alternative al capitalismo globale.
Sobrietà di Francesco Gesualdi Edizioni Feltrinelli 2005 Prezzo di copertina: € 9Dalla protesta a tutto campo alla proposta di un nuovo stile di vita che ci induca a evitare i tanti sprechi che costellano la nostra quotidianità.Il mondo siede su due bombe: la crisi ambientale e quella sociale. Mentre le risorse si fanno sempre più scarse, alcuni segnali relativi al cambiamento del clima indicano che gli equilibri naturali si stanno alterando in maniera irrimediabile. Nel contempo sappiamo che la maggior parte della popolazione terrestre non riesce a soddisfare neanche i bisogni fondamentali: il cibo, l’acqua potabile, il vestiario, l’alloggio, l’istruzione di base.

Ci troviamo di fronte a un dilemma angosciante: più crescita economica per uscire dalla povertà o meno crescita economica per salvare il pianeta? C’è un modo per coniugare equità e sostenibilità. La soluzione sta nel fatto che i popoli ricchi si convertano alla sobrietà, ossia accettino uno stile di vita, personale e collettivo, più parsimonioso, più pulito, più lento, più inserito nei cicli naturali, in modo da lasciare ai poveri le risorse e gli spazi ambientali di cui hanno bisogno. Varie esperienze individuali e di gruppo dimostrano che la sobrietà è non solo possibile ma anche liberatoria. Ma la sobrietà preoccupa per i suoi risvolti sociali. In primo luogo l’occupazione.

Se consumiamo di meno, come creeremo nuovi posti di lavoro? Se produciamo di meno, guadagnando quindi di meno, chi fornirà allo stato i soldi necessari a garantire istruzione, sanità, viabilità, trasporti pubblici? In conclusione, è possibile vivere bene con meno? È possibile coniugare sobrietà con piena occupazione e garanzia dei bisogni fondamentali per tutti? È possibile passare dall’economia della crescita all’economia del limite, facendo vivere tutti in maniera sicura? Questo libro dimostra che è possibile purché si mettano in atto quattro rivoluzioni che riguardano stili di vita, produzione e tecnologia, lavoro ed economia pubblica.

La democrazia possibile di Pierluigi Sullo Il Cantiere del Nuovo Municipio e le nuove forme di partecipazione da Porto Alegre al Vecchio ContinenteEdizioni Carta Intra Moenia 2007 Prezzo di copertina: € 16Interventi di Agnoletto, Allegretti, Biagioni, Bulgarelli, Caccia, Cacciari, Charão, Ferraresi, Maggio, Magnaghi, Marchini, Marson, Martini, Medici, Morniroli, Paba, Picheral, Pieroni, Pizzolla, Pugliese, Rossi, Russo Spena, Scandurra, Serafini, Smeriglio, Sotgia, Ummarino, Veltroni, Ziparo
Bioeconomia di Nicholas Georgescu-Roegen Verso un’altra economia ecologicamente e socialmente sostenibile Edizioni Bollati Boringhieri Giugno 2003 Prezzo di copertina: € 28Ciò che ha spinto a mettere i miei pensieri nero su bianco è la ferma convinzione che il motivo reale dell’azione militare in Iraq era il possesso e quanto meno il controllo dell’energia”. L’autore presenta una nuova scienza che coniuga biologia ed economia compatibile con le leggi della natura.
Inciucio di Peter Gomez e Marco Travaglio Come la sinistra ha salvato Berlusconi. La grande abbuffata Rai e le nuove censure di regime, da Molière al caso Celentano. L’attacco all’Unità e l’assalto al Corriere Editrice BUR Prezzo di copertina: € 11,50 L’“inciucio” compie dieci anni. Il primo a parlarne fu Massimo D’Alema, nel 1995. Poi, in sei anni di governo, il centrosinistra evitò di risolvere il conflitto d’interessi e di liberalizzare il mercato televisivo.

Risultato: informazione taroccata modello Tg1 e niente satira politica. Dopo Regime, questo libro racconta le acrobazie parlamentari dei ne¬mici-amici del Cavaliere e le spartizioni “bipartisan” delle Authority e della Rai. Poi le nuove censure di regime contro Biagi, Santoro, Luttazzi, Freccero, Sabina e Corrado Guzzanti, Grillo, Paolo Rossi, Massimo Fini, Beha e altri militi ignoti; e gli attacchi a Report, Fo, Hendel, XII Round e così via, fino a Celentano & C. Senza dimenticare i giornali: la guerra a Furio Colombo e gli assalti estivi dei “furbetti del quartierino” al “Corriere della Sera”, con l’appoggio della finanza bianca, azzurra e rossa. Alla fine, una proposta di legge e un appello al governo che verrà: perché restituisca la televisione pubblica al suo vero padrone, il pubblico.

Film e documentari NO TAV
NO TAV gli indiani di valle di Adonella Marena .IN VENDITA Produzione Overfilm Prezzo: € 10 Anno: 2005 Durata: 54 minuti Regia: Adonella Marena Fotografia: Alberto Airola Montaggio: Massimo Cellerino Musiche: Davide Belistreri e Emmanuele de Paoli NO TAV è una scritta che da anni appare su tutti gli angoli di un’intera valle. E’ il grido della valle di Susa, tra il nord-ovest d’Italia e la Francia. Cosa significa? L’opposizione all’Alta Velocità, una delle grandi opere europee decisa dai vertici delle lobbies economiche in nome del Progresso. Cittadini e sindaci in un irriducibile movimento trasversale denunciano con ogni mezzo gli effetti devastanti del faraonico e inutile progetto: la morte di un’intera valle, avvelenata dall’amianto, prosciugata e trasformata in un corridoio di servizio.
Il cartun d’le ribeliun di Adonella Marena da Venaus a Roma a passo d’uomoProduzione Don Qixote/Djanet Film Prezzo: € 10 Anno: 2008 Durata: 85 minuti Regia: Adonella Marena Fotografia: Fabio Colazzo Adonella Marena Montaggio: Marco Duretti Dario Castellini Musiche: Davide Belistreri Una mattina d’estate 2006 da Venaus in Val di Susa parte una marcia, che percorrendo in 15 giorni 800 chilometri, arriva a Roma.

A piedi, in treno, in bici, la marcia a bassa velocità del movimento notav esce dalla valle per far conoscere le ragioni della sua opposizione all’Alta Velocità e ai faraonici progetti delle cosiddette grandi opere. Per strada i marciatori incontrano persone, luoghi, eventi e bande musicali; raccolgono le voci di molte comunità, costrette a subire scelte spesso inutili, costose o devastanti sul proprio territorio: caricati su un carro-risciò, che viene chiamato il cartun d’le ribelliun, decine di documenti arrivano a Roma per essere consegnati da una delegazione al parlamento. E’ la storia di un’utopia contagiosa, che parte da una concreta e straordinaria esperienza di democrazia partecipata, da un piccolo paese tra le montagne, per incontrare nel cammino fino a Roma i volti di un’Italia che desidera ritrovare il senso della comunità e non si piega al pensiero unico di questo modello economico.

NO TAV fermarlo è possibile a cura del Centro Sociale Askatasuna e del Comitato di lotta popolare Cronache di una lotta popolare Autoproduzioni Centro Sociale Askatasuna Prezzo: € 8 Anno: 2006 Durata: 75 minutiLe voci, i volti, le immagini di una comunità in lotta, che si fa movimento, giorno dopo giorno, passo dopo passo. Le cronache della Valle di Susa in lotta, la Valle della battaglia del Seghino, la Valle che si è ripresa Venaus, la Valle che resiste.

Documentazione

Documentazione

Estratto dal progetto preliminare RFI con dati sui materiali nocivi().

Le quantità di amianto estratte dalle gallerie(
La procura fiorentina chiede il rinvio a giudizio per la scomparsa dei corsi d’acqua nel Mugello.).
Due articoli de “La Stampa” e “Repubblica” sui gravi rischi amianto in Valle La Stampa Repubblica.
L’impatto devastante che avrebbe il tunnel geognostico a Venaus:le considerazioni tecnico-ambientali di Legambiente
e ferrovie ritirano il progetto della tratta internazionale su suggerimento della commissione di impatto ambientale. Almeno un anno per rifare tutto

Di tav si muore!
Un articolo del manifesto del 28/08 sul conflitto di interessi del Ministro dei trasporti Lunardi e la Torino-Lione.
Grandi opere col trucco. Ecco un articolo di Gianni Barbacetto pubblicato sul sito www.societacivile.it
I danni dei cantieri ad Almese, Condove e Venaus. Vedi gli articoli di Luna Nuova

IMPORTANTE: La leggenda del corridoio 5 Lisbona-Kiev, spiegata dal docente di economia dei trasporti del Politecnico di Milano e collaboratore de “La voce” Marco Ponti.

Stralci e commenti sulla delibera n. 5/2004/G della sezione centrale di controllo della Corte dei Conti sulla gestione delle amministrazioni dello Stato avente per oggetto “VERIFICA DELLO STATO DI ATTUAZIONE DEI POTERI MINISTERIALI DI INDIRIZZO E VI­GILANZA SULLE FERROVIE DELLO STATO IN CORRELAZIONE AGLI OBIETTIVI STRATEGICI, GESTIONALI ED ECONOMICO-FINANZIARI”

Non tutti parlano male di noi, leggete questo articolo

Lettera aperta al Presidente della Commissione Istituzionale per l’esame delle problematiche della TO-LY arch. Luigi Rivalta

Presentazione tecnica sui rischi per la salute e dati sui materiali dannosi presenti in Valle di Susa

L’ultimatum da Roma: il via ai sondaggi (tratto da La Stampa)

Articolo di Torino cronaca a Venaus l’amianto ha già ucciso.

Le menzogne sui sondaggi crollano grazie a un documento di LTF. Perché diciamo NO ai sondaggi che LTF vuole fare in valle “per il nostro bene”

Lettera agli amministratori da parte del movimento NO TAV con la richiesta di chiarezza e decisione nell’opporsi ai sondaggi.

Ritagli importanti dai giornali su dichiarazioni varie (Lunardi ecc…) sul TAV e sondaggi e la risposta di Monica Frassonieuroparlamentare dei Verdi)

Foglio di raccolta firme per uno sciopero dei lavoratori .

La Commissione Europea procede contro L’Italia per 10 violazioni delle norme ambientali.

Lettera dell’Ass. Montagna Nostra al ministro Lunardi

Idra presenta il “Rapporto Toscana” sul TAV

Studio sul traffico merci esposto dal Sole24Ore

La Savoia come la Valsusa, i problemi con la TAV dei cugini d’oltralpe

Lettera dei sindacati in protesta per lo sciopero del 16 novembre

“Io sono Valsusino” lettera di Beppe Grillo in solidarietà alla lotta NO TAV

Analisi termodinamica dei sistemi di trasporto dell’Università degli Studi di Siena, impatti del TAV

Il silenzio di Lunardi in merito alle interrogazioni sulla Rocksoil

Lettera dal Comune di Vaie alle Istituzioni

L’Ordine del Giorno che verrà votato a Bologna in solidarietà alla Val Susa

I filmati del BLITZ di Venaus LINK

La magistratura (Laudi del pool antiterrorismo) pone i terreni di Venaus sotto sequestro + aperta inchiesta sul blitz

Ordine del giorno della FLC (Federazione dei lavoratori della conoscenza)

La Comunità Montana Val Pellice in consiglio straordinario si oppone al TAV e ci porta la sua solidarietà

Interventi dell’economista Marco Ponti sull’inutilità economica della TAV (tratti dall’Espresso)

Riflessioni sul progresso e su chi lo sostiene, Treno ad Alta Paleolicità

Lunardi, tunnel e Rocksoil, un po’ di riflessioni sulle opere pubbliche in Italia (tratto dal Corriere della sera)

Borghezio malmenato in treno, ecco cosa raccontano i presenti

Valori di radioattività naturale in Val Susa (pechblenda)

Il volantino distribuito dai NO TAV francesi alla manifestazione

Riflessione dopo l’ennesimo incidente ferroviario in Italia ,il Berlusca dopo questa tragedia e i pendolari

Intervista radiofonica a Beppe Grillo sul tema del progresso e del TAV

Il volantino diffuso dai comitati NO TAV del Mugello, Toscana – “Ci avete rotto le falde”

L’amianto e il mesotelioma: analisi medico-legali

I problemi delle discariche e i siti delle discariche individuati dati articolo.

Sondaggi sul Musinè

Ecco la cartina dei tanti corridoi transeuropei

Breve resoconto sulla visita della commissione europea del 12-13 gennaio 2006

Le vicissitudini di Martinat AN, dall’indagine della Guardi di Finanza fino alla vicenda intercettazioni

Tangenti ad alta velocità tratto da Diario

Ecco svelata la truffa dei sondaggi iniziati al Seghino

L’esposto di ProNatura contro al punto informativo di LTF per pubblicità falsa e tendenziosa

Prodi sacrifica Manghi sull’altare del TAV

Tav lento quanto l’Eurostar

Il Dossier sull’alta velocità del WWF, progetti alternativi

Chi paga la TAV? tratto dal Corriere della sera

Virano: chi è costui?

Il comunicato stampa dal presidio di Bruzolo dopo l’incontro della CISL

Un compendio sulla linea Torino Lione con riassunti i vari aspetti e le varie problematiche dell’opera

Ecco cosa ne pensa l’ISTAT del TAV

Spazio NO TAV a Rovereto e il volantino distribuito il 22 in solidarietà con la manifestazione di Saluggia

Articoli sulla Pasquetta degli abitanti del Terzo Valico

Comunicato dopo la presentazione del documento della DE PALACio a Torino

Studio sull’amianto di Italfer

Il documento lasciato a Pecoraro Scanio Ministro all’Ambiente in visita per sentire le ragioni della valle

Abbiamo le prove che i sondaggi del Seghino sono stati pilotati

Un articolo su torino cronaca sulla 2°canna del Frejus e sulla diminuzione dei traffici

Lettera ai politici pro-TAV

Repubblica: la proposta di un nuovo tracciato

Il documento stilato dai politici del Nord Italia in merito a infrastrutture e sviluppo

Lettera dei lavoratori dell’ARPA per condannare la situazione lavorativa

Riflessione post Olimpica…della serie “ve lo avevamo detto”

Diffida del comitato Emissioni Zero diretta alle istituzioni riguardo alle acciaierie Beltrame

Comunicato stampa di Montagna Nostra, dopo la manifestazione del 22/7 a Bardonecchia

Documenti e parere sulla conferenza dei servizi 1/8/06

Documento dell’Assemblea popolare riunitasi il 12-9-06

Gli espropri di LTF a Venaus sono atti falsi!

Volantino su Laudi e Tatangelo e sulle indagini per i falsi espropri

Ecco dove vanno a finire i soldi che lavorando accantoniamo per la pensione grazie alla nuova finanziaria 2006

Tranitalia frena sulla TAV

Riflessioni sulla manifestazione di Roma de Il Manifesto

Segnalazione da Idra, ricominciano a esplodere le mine sotto il monte morello, la Tav: lavori senza fine?

L’intervento di Claudio Cancelli alla manifestazione di Roma

NO TAV = NO GUERRA “I nostri cari alleati” un articolo su come il TAV favorisca la guerra

Il resoconto e i Convegni della tre giorni di Venaus

La delibera del Parco Naturale dei Laghi di Avigliana contro il TAV in Val Sangone

La delibera del Parco Orsiera Rocciavrè della Val Sangone contro il TAV

Comunicato stampa coordinamento dei comitati NO TAV 5-3-07

Comunicato stampa del coordinamento dei comitati 13-2-2007

Dossier TAV Verona – Brennero

 

News

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Luca del Cels ha ricevuto in questi giorni una denuncia riguardante fatti avvenuti nella la mattina del 6 dicembredopo che le forze dell’ordine avevano sgombrato con la violenza il presidio di Venaus.Dato che non possiede internet ci ha chiesto a noi di far girare una sua dichiarazione su quanto è avvenuto. Naturalmente da parte nostra va la massima solidarietà Luca e all’altro amico denunciato.

Lo scritto di Luca:

Al movimento, ai comitati, agli amici e simpatizzanti NO TAV

Vi comunico che nei primi giorni del mese di giugno è giunta al sottoscritto la comunicazione di chiusura indagini (leggasi denuncia) per i fatti accaduti il 6 dicembre 2005 sull’ autostrada Torino-Bardonecchia alle ore 9.00 nei pressi della galleria “Giaglione” ,sopra il presidio NO TAV sgomberato da poche ore con la violenza che tutti si ricordano. Ho atteso qualche giorno prima di rendere pubblica questa notizia, per poter prendere visione della documentazione relativa all’indagine, onde essere più preciso nella comunicazione. In pratica risulto indagato per furto, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, mentre il mio coindagato, è indagato “solamente” per danneggiamento e resistenza.

Mi si accusa di aver sottratto, da una autovettura della polizia stradale, una valigetta contenente una macchina fotografica e suoi accessori; entrambi siamo accusati, in concorso con altri non identificati, di aver danneggiato la vettura della polizia, nonché di aver ostacolato il servizio dei due agenti di polizia accorsi per sgomberare il blocco dell’autostrada effettuato da una cinquantina di persone poco tempo dopo lo sgombero violento dei prati occupati della Libera Repubblica di Venaus.

Sempre ad inizio giugno sono stato convocato nella caserma dei Carabinieri di Susa per la consegna dell’ “Avviso Orale”, un provvedimento di polizia, firmato dal questore di Torino Berrettoni, dove, visto che sono stato segnalato all’Autorità Giudiziaria (dalla DIGOS) per tutta una serie di reati (relativi a manifestazioni NO TAV), vengo considerato una persona socialmente pericolosa, quindi mi si invita a tenere un comportamento conforme alla legge, minacciando altrimenti misure di restrizione della libertà personale. Si tratta di un provvedimento di Polizia che esula da procedure giudiziarie (infatti risulto tuttora incensurato), ma è da considerarsi come una sorta di intimidazione e ammonimento rivolti a me, mafforse anche a tutto il movimento NO TAV.

Insieme alla denuncia, che porterà quindi ad un processo, questo atto si inserisce perfettamente, a mio modo di vedere, nello scenario attuale della procedura di proposizione/imposizione del progetto TAV, pianificata dal governo di centro-sinistra e ben orchestrata da Virano.

Mentre si portano i sindaci ad un livello di dialogo molto autorevole ed approfondito, con opportune concessioni e trattamenti di favore, il resto del movimento viene isolato e depotenziato accusandolo di un opposizione preconcetta e ideologica portata avanti da frange cosiddette “radicali o estremiste” che destabilizzano il “confronto democratico” e istituzionale (quello che sta facendo passare il progetto, secondo me). Ovviamente tutti sappiamo, ma forse ancora non del tutto, quello che sta dietro a progetti come il nostro “amato” TAV ed è facilmente immaginabile che lorsignori non si facciano troppi scrupoli pur di favorire i loro sporchi interessi, come di fatto hanno già dimostrato nel dicembre 2005 in Valsusa e in altri momenti in giro per l’Italia.

Le notizie e impressioni che ho riportato qui sopra vogliono essere elementi per il dibattito, ognuno si faccia i propri ragionamenti e conclusioni, io da parte mia posso dire che questi provvedimenti non mi spaventano, ma anzi danno conferme ulteriori alle mie motivazioni per continuare la mia opera di critica ad un sistema sociale che sempre più evidenzia le sue contraddizioni e mi permette di sognare un nuovo mondo senza più il TAV e i suoi padroni. Presto potrete trovare una copia del verbale di “Avviso Orale” e alcuni estratti dalla documentazione sulle indagini nei miei confronti sui siti no tav

Storia

Storia

Le notizie qui riportate sono state prese, oltre che dall’archivio personale del presidente del comitato “Spinta dal bass”, dal sito di luna nuova e dal libro di Chiara Sasso: “Canto per la nostra Valle” diario tra qualità della vita e prepotenza della velocità. La lettura di questo libro è caldamente consigliata.

L’elenco riportato non è completo, chi ha documenti e ricordi di iniziative qui mancanti è pregato di farcele pervenire scrivendo alla nostra e-mail

15/12/91. Nasce il comitato HABITAT: una sessantina le persone aderenti tra tecnici, medici, professionisti, operai, docenti del Politecnico, sindaci e amministratori della Valle.

12/12/92. Al cinema comunale di Condove in un’ assemblea pubblica viene fatto ascoltare il rumore del Tav.

22/02/93. Convegno organizzato da Habitat al Politecnico di Torino dal titolo “Questo treno farà rumore?”. Viene fatto ascoltare ai torinesi il rumore del Tav.

07/04/93. Causa un esposto presentato alla Procura della Repubblica da parte di Habitat, viene indagato Brizio, presidente della Regione Piemonte e gran promotore della Torino-Lione.

18/04/94. Brizio (Presidente della regione Piemonte) viene a parlare di Tav ad Avilgliana. Dura la contestazione della popolazione locale, “Bordate di fischi sul treno di Brizio” titolano i giornali locali.

18/07/94. Sala consigliare di Bussoleno, nasce il comitato contro l’alta velocità voluto da Habitat.

27/10/94. Di nuovo Brizio a parlare di Tav, questa volta a Susa e di nuovo dura la contestazione degli amministratori e della popolazione.

21/01/95. Assemblea pubblica a Villardora, sono più di 400 le persone venute ad ascoltare il rumore del Tav.

11/03/95. Prima manifestazione nazionale contro l’Alta Velocità a Firenze, ci sono tutti i comitati delle regioni toccate, naturalmente non manca la numerosa delegazione valsusina.

02/03/96. Manifestazione a S. Ambrogio : 4000 persone guidati da Sindaci e Comunità Montana sfilano per dire NO AL TAV”. Iniziano gli atti intimidatori verso chi si oppone al Tav.

Metà maggio 1996 Appare sulle montagne di Condove una scritta enorme “NO TAV”, idem a Bussoleno.

23/08/96. Primo di una lunga serie di attentati : Fraz. Falcemagna di Bussoleno vengono lanciate due bottiglie molotov contro una trivella che sta compiendo indagini geognostiche per conto di Alpetunnel Geie.

26/11/96. Nuovo attentato a Bruzolo, una cabina ferroviaria viene incendiata, i mass-media si scatenano contro gli “eco-terroristi valsusini”. Il movimento no-tav, accusa invece la controparte come mandanti degli attentati per indebolire il fronte contro il Tav.

24/112/96. Terzo attentato: una centralina dell’Omnitel, a Monpantero, Habitat e Pronatura seguono la pista della provocazione, intanto le forze dell’ordine mettono sotto sorveglianza i militanti di Habitat e chiunque abbia a che fare con l’opposizione al Tav.

26/01/97. Bruzolo, altra trivella data alle fiamme, “La Stampa” e il TG3 Regionale continuano a parlare di “Eco-terroristi valsusini”.

05/02/97. Borgata Cugno, stada per il Rocciemelone, altra trivella incendiata, i carabinieri continuano l’opera di controllo sempre più serrata verso gli oppositori valsusini, i quali continuano a denunciare il fatto che questi attentati non fanno che indebolire l’opposizione al Tav, facendo il gioco di Pininfarina e soci.

15/02/97. Bomba incendiaria contro un edificio di servizio della Sitaf.

10/03/97. Bomba incendiaria contro la Chiesa di Giaglione.

18/03/97. Una carica di dinamite fa saltare la centralina elettrica dell’autostrada a Giaglione.

Maggio 97. Ancora due attentati a Mompantero, colpiti un ripetitore, oscurate le Tv Mediaset, e una trivella pronta a fare i sondaggi, alle riunioni di Habitat, sempre meno gente, si inizia ad avere paura di uscire se si ha un adesivo sulla macchina contro il Tav. I carabinieri continuano a perquisire e fermare.

05/06/97. Si ritorna a organizzare convegni : Avigliana , cinema Corso.

13/09/97. Assemblea alla palestra comunale di Bruzolo, per fare il punto della situazione sul progetto di Alpetunnel.

04/11/97. Nuovo attentato oscura i ripetitori televisivi a Gandoglio, borgata di Borgone, 12 emittenti oscurate, girano volantini di rivendicazione firmati “Lupi Grigi”.

29/11/97. Manifestazione di sindaci, amministratori e popolazione contro “gli strani attentati” e per ribadire che il Tav non si ferma con le bombe ma con i metodi democratici.

16/01/98. Incendio doloso distrugge il municipio di Caprie e danneggia i locali della Posta.

Inizio marzo 1998. Arrestati “3 Lupi Grigi” : Maria Soledad Rosa (Argentina), Edoardo Massari (Ivrea) e Silvano Pellissero (Bussoleno). Tutti e tre di aria anarchica. Vengono ritrovate nella “Casa Okupada” di Collegno degli oggetti appartenenti al comune di Caprie. In Valle molti sentono odore di bruciato, compreso il giornale locale Luna Nuova, non è così per il PM Laudi, curatore dell’inchiesta, che afferma di avere “Prove granitiche”.

Fine febbraio 1998. Si suicida in carcere Edoardo Massari, verrà poi scagionato da tutte le accuse eccetto il rogo di Caprie.

28/03/98. Corteo a Torino per Edoardo Massari, sfila la Torino antagonista dei centri sociali, ma anche un pezzo di società civile, 10 mila circa le persone partecipanti.

11/07/98. Muore suicida anche Maria Soledad Rosa, verrà anche lei scagionata da tutte le accuse, rimane tutt’ora in carcere Silvano Pellissero, accusato solo del furto e del rogo del Municipio di Caprie, crollano le accuse di “associazione terroristica”. I 13 attentati non si sa tutt’ora chi li abbia commessi, l’unica certezza e che le “prove granitiche” di Laudi ci lasciano 2 morti e un opposizione al TAV debole e impaurita.

06/03/99. Sala consigliare di Bussoleno alla presenza di tutti i sindaci e gli amministratori Valsusini il ministro per l’ambiente Ronchi dice “Dimenticatevi il Tav, non si farà”. Dure le reazioni di Pinifarina e soci.

18/03/00. Convegno “Progetti e diritti” contro le grandi opere a Susa e manifestazione dei trattori della Coldiretti. Ghigo, presidente della Regione Piemonte mette come prioritaria la linea alta velocità Torino-Lione, lo segue a ruota Castellani, sindaco di Torino.

02/07/00. Prima uscita del collettivo Linea Rossa a Chianocco, dibattiti sul Tav e musica con i Sound System.

14-17/07/00. Campeggio militante NO TAV a S.Giorio. Dibattiti, cene e concerti, organizza sempre Linea Rossa, nonostante il cattivo tempo, sono moltissime le persone che vi partecipano.

17-18/07/00. In occasione di un ennesimo summit da parte dei signori del Tav, popolazione e amministratori salgono in 100 a Bardonecchia a ribadire il NO TAV della Valle di Susa.

Novembre 2000 Apertura di uno striscione “NO TAV” in consiglio regionale Piemontese. Otto le persone denunciate per attentato agli organi istituzionali.

02/12/00. Sotto una pioggia battente in 500 sfilano per le vie di Bussoleno per dire “NO AL TAV”

12/12/00. Assemblea pubblica in Comunità Montana indetta dalla stessa Comunità Montana: L’Ing. De Bernardi (Tecnico del piano nazionale trasporti) e l’Ing. Pinna (già direttore generale del trasporto merci delle ferrovie) spiegano il perché i valsusini hanno ragione a dire NO AL TAV.

25/01/01. Presidio di 200 valsusini al congresso di Transpadana organizzato al Lingotto di Torino. Presente tutta la “crema”: Ghigo, Agnelli, Pininfarina, Castellani, ecc.,ecc. Riuscirà a parlare anche dal palco il presidente della comunità montana Ferrentino che arriverà a dire “Con queste premesse non vorrei che i cantieri venissero aperti alla presenza dei carabinieri”.

27/01/01. Delegazione Valsusina a Chambery a protestare con gli amici francesi anch’essi contrari al Tav.

29/01/01. Manifestazione a Torino in occasione dell’ accordo del governo italiano e quello francese sulla Torino-Lione. Indetto uno sciopero generale in Valle di Susa. Più di 5000 persone sfilano per le vie di Torino. In testa al lungo corteo sindaci ed amministratori dei 25 comuni della valle. (Vedi: titolo , articolo e volantino)

15/09/01 Causa tragedia dell’11 settembre salta, per volere delle istituzioni e per i vertici di Habitat, una grossa Kermesse musicale e non solo che si sarebbe dovuta tenere a Caprie: intervenivano 9 gruppi musicali più vari artisti della Valle.(Comunicato stampa)

31/10/01. Assemblea pubblica a Condove. Circa 500 persone ad ascoltare l’esponente del comitato contro l’alta velocità nel Mugello. Viene raccontato delle devastazioni ambientali e delle decine di paesi rimasti senz’ acqua a causa dei lavori del tav.

16/11/01. Palestra comunale di Bruzolo: davanti a 700 persone viene presentato lo studio De Bernardi sul flusso di merci: è chiaro che è inutile e sbagliato concentrare tutto il traffico merci del nord Italia in Valle di Susa, non sfruttando adeguatamente gli altri valichi.

22/11/01. Pianezza: presentazione dello studio De Bernardi.

23/11/01. Prima uscita di “Spinta dal Bass”: serata informativa sul TAV in sala consigliare ad Avigliana. Interviene il Prof. Cancelli del Politecnico di Torino. Un centinaio di persone, quasi tutti giovani e giovanissimi, ascoltano i motivi del perché NO TAV.

24/11/01. In occasione del vertice Berlusconi-Chirac a Perigueux dove si parlava anche della Torino-Lione, 5000 persone scendono in piazza ad Avigliana guidati dai sindaci e amministratori dei 25 comuni valsusini. Ancora una manifestazione imponente per ribadire il NO TAV.(Volantino)

28/11/01. Una delegazione di sindaci e cittadini valsusini raggiunge la cittadina di Perigueux dopo un viaggio di 700 Km. per esprimere il dissenso della Valle di Susa al vertice Berlusconi-Chirac. Intanto al Consiglio regionale di Torino presidio di una cinquantina di valsusini con bandiere e striscioni.

30/11/01. Concerto al centro sociale di Villardora intitolato “Stop the Train” 500 giovani ballano al grido di “NO TAV !” Organizza “Spinta dal Bass”. (Vedi articoli 1 2)

09/02/02. Al carnevale della Valmessa sfila un grosso gruppo mascherato con annesso di banda: chi vestito da Pininfarina-Ghigo e/o manager delle ferrovie chi da Valligiano. Viene distribuito un volantino dove si contesta in modo ironico gli amministratori pronti a trattare opere compensative in cambio del passaggio del Tav.Organizza “Spinta dal Bass”.

23/02/02. Più di 1000 persone sfilano a Bussoleno per chiedere il contingentamento dei Tir e ribadire il NO AL TAV.

11/04/02. Assemblea pubblica a Pianezza” Fermare il Tav si può”. Partecipano più di 100 persone.Organizza il comitato spontaneo contro il G8 pianezzese.

12/04/02. Più di 100 valsusini presidiano la prefettura di Torino in occasione della presentazione del tracciato da parte delle ferrovie ai comuni valsusini (dopo 10 anni di richieste). (Volantino)

23/04/02. La comunità montana approva all’unanimità un ordine del giorno dove si ribadisce la netta opposizione al Tav. Da sottolineare che tutti i partiti valsusini dell’arco costituzionale votano lo stesso documento.

Fine aprile 2002. Esce nelle librerie il libro di Chiara Sasso “Canto per la nostra valle” diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità. Tutta la storia dell’opposizione al Tav in Valle di Susa.

10/05/02. Avigliana, davanti a un folto pubblico e agli amministratori della Valle di Susa, viene presentato ufficialmente il libro di Chiara Sasso “Canto per la nostra valle” diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità.(Articolo)

11/05/02. Avigliana Piazza del Popolo: più di 1500 giovani partecipano alla “Festa di Primavera” contro il Tav e a favore dell’ ospedale di Avigliana che si vuole smantellare. Organizza Spinta dal Bass (Articolo).